Partiamo da un inconfutabile assunto: concedere a un dipendente un’auto a uso promiscuo, ovvero utilizzabile sia per scopi personali che lavorativi, significa, di fatto, garantirgli un vantaggio economico. Grazie a questa particolare erogazione in natura, infatti, egli potrà godere di un bene senza doverlo acquistare, ovvero senza pagarlo di tasca propria. Diversamente, un’auto concessa per eseguire attività esclusivamente lavorative non è considerabile un benefit, ma solo uno strumento di lavoro.
Anche se il caso di lavoratori che hanno in uso una vettura per scopi esclusivamente lavorativi, ma che poi la utilizzano anche per questioni private, è piuttosto frequente, è bene ricordare come questa pratica sia rischiosa e scorretta. Da una parte, infatti, si configurerebbe il reato di evasione di contributi e d’imposte; dall’altra, invece, esporrebbe il lavoratore e il datore di lavoro al rischio di mancata copertura assicurativa, in caso di sinistro.
Fatte queste doverose premesse, in questo articolo vedremo come si calcola il valore di un’auto a uso promiscuo, quanto costa concedere un’auto aziendale e, infine, quali sono le novità introdotte con la Legge di Bilancio 2025 in materia di auto concesse come benefit.
Sommario
- Come si calcola il valore di un’auto a uso promiscuo?
- Calcolo dell’impatto del costo: un esempio pratico
- È possibile concedere un’auto e non avere costi aggiuntivi?
- Come cambia, con la Legge di Bilancio 2025, il calcolo del valore di un’ auto a uso promiscuo?
- Auto sì o auto no? Una scelta che richiede tempo e competenza
Come si calcola il valore di un’auto a uso promiscuo?
Come detto poc’anzi, concedere un’auto a un dipendente significa erogargli un bene in natura. Ma chi stabilisce il valore della vettura? Qual è l’impatto, in termini di costo, per il lavoratore e il datore di lavoro?
Ebbene, la concessione di un’auto a uso promiscuo genera un costo sia per l’azienda che per il dipendente, in termini sia contributivi che fiscali. In pratica, il lavoratore che percepisce un’erogazione di questo tipo è tenuto a pagare imposte e versare contributi calcolati sul valore economico del mezzo.
Ritorna, quindi, la domanda iniziale: come si calcola il valore di un’auto concessa a uso promiscuo?
Diversamente da quanto si possa pensare, Il valore non è dato né dalla spesa sostenuta dal datore di lavoro per acquistarla, né dall’eventuale canone di noleggio. A stabilirne il valore è, infatti, l’ACI, sulla base di un tabellario aggiornato anno dopo anno e che è liberamente consultabile online. Identificata la vettura attraverso l’indicazione della marca e il modello, il valore assegnato dall’ACI rappresenta la base imponibile su cui verranno calcolati i contributi e le imposte che il lavoratore dovrà sostenere, nonché il costo per l’azienda.
Calcolo dell’impatto di costo: un esempio pratico
Ipotizziamo di concedere una Fiat Panda a benzina a uso promiscuo a un lavoratore con RAL di 30.000€, corrispondente a 2.142,86€ per 14 mensilità. Stando all’attuale tabellario ACI, l’auto in questione ha un valore di 2.755,70€ e viene concessa per un intero anno solare (1° gennaio – 31 dicembre).
Prima di ricevere in uso l’auto, la RAL del lavoratore generava i seguenti valori:
- un costo aziendale mensile di 3.525€
- un costo aziendale annuale di 42.300€
- un netto in busta paga annuale stimato di 24.000€
Con la concessione dell’auto, il lavoratore ritroverà nella sua busta paga una retribuzione figurativa pari a 1/12 del valore annuale dell’auto, generando i seguenti nuovi valori:
- un costo aziendale mensile di 3.617€ (+92€)
- un costo aziendale annuale di 43.400€ (+1.100€)
- un netto in busta paga annuale stimato di 22.750€ (-1.260€)
L’azienda, quindi, oltre al costo che dovrà sostenere per l’acquisto o il noleggio dell’auto, avrà maggiori costi pari a circa 1.100€, mentre il lavoratore si ritroverà con un minor netto, pari a circa 1.260€. Abbiamo, quindi, un cuneo fiscale di 2.360€.
Ipotizzando un costo di noleggio pari a 400€ mensili per una Panda, il costo complessivo (costo per il datore di lavoro + costo per il lavoratore) ammonterebbe a oltre 7.000€.
È possibile concedere un’auto e non avere costi aggiuntivi?
La risposta a questa domanda è affermativa. L’auto a uso promiscuo si configura a tutti gli effetti come un fringe benefit, quindi l’importo al di sotto del quale non impatterà sui costi aziendali e non concorrerà a formare reddito per il lavoratore è quello relativo ai “classici” fringe benefit, ovvero 1.000€ per tutti e 2.000€ per chi ha dei figli a carico.
Se, quindi, l’auto aziendale ha un valore che per l’ACI è inferiore alla suddetta soglia, la concessione della vettura non genererà alcun costo aggiuntivo, ma resterà un valore figurativo non imponibile ai fini previdenziali e fiscali.
L’aspetto “bizzarro” è che, allo stato attuale, la concessione di un auto elettrica, il cui prezzo di mercato è infinitamente superiore a quello di una Fiat Panda a benzina, non genererebbe alcun costo contributivo e fiscale. Questo perché il valore di una vettura alimentata elettricamente, come una Tesla model Y Perfomance, viene stimato dall’ACI in soli 902€, ovvero sotto la soglia dei 1.000€.
Vale la pena ricordare, infine, che, concedendo l’auto a uso promiscuo, l’erogazione di ulteriori fringe benefit fa salire il valore complessivo dei benefici, causando il possibile superamento della soglia dei 1.000/2.000 euro, con conseguente aggravio di costi.
Come cambia, con la Legge di Bilancio 2025, il calcolo del valore di un’auto a uso promiscuo?
La Legge di bilancio 2025 ha introdotto importanti novità in merito al calcolo del valore delle auto a uso promiscuo. Nel calcolare il valore della vettura, infatti, si deve tenere conto del tipo di alimentazione, con la normativa che, di fatto, incentiva l’acquisto e il noleggio di veicoli elettrici, dando loro una quantificazione del valore che è di gran lunga inferiore a quella dei tradizionali mezzi a benzina, diesel o ibridi. La disparità di trattamento tra vetture “classiche” e vetture “moderne”, però, come abbiamo visto, è oggettivamente abnorme.
Riprendendo l’esempio di una Tesla model Y Perfomance, il suo valore è considerato tre volte inferiore a quello di una Fiat Panda da 69 cavalli, cosa che avrà sicure ripercussioni sulle scelte aziendali riguardanti il tipo di auto da acquistare o noleggiare.
Auto sì o auto no? Una scelta che richiede tempo e competenza
Quella di assegnare un’auto a uso promiscuo è una scelta complessa e delicata. Le ricadute sul potere d’acquisto del lavoratore potrebbero essere importanti, magari fino al punto di non permettergli di percepire come vantaggioso questo tipo di benefit.
Stimare l’impatto dell’erogazione di un benefit come l’auto a uso promiscuo è un’operazione che richiede tempo e competenza, ma che consigliamo a tutte le aziende che desiderano ottimizzare i costi, garantendo un risultato soddisfacente per i lavoratori.
Se stai valutando la possibilità di concedere un’auto a uso promiscuo a uno o più dei tuoi dipendenti, ma hai bisogno di supporto nella valutazione e la scelta della soluzione migliore, prenota una consulenza gratuita con me o un altro dei nostri consulenti. Insieme valuteremo le opzioni a tua disposizione, scegliendo quella più adatta alle tue esigenze aziendali.
CEO di NOI Srl e consulente del lavoro. Porto il welfare nelle aziende e creo contenuti digitali per chi desidera ottenere risultati attraverso il benessere lavorativo.