Quantifichiamo i vantaggi economici del welfare con casi reali

Questo non sarà il classico articolo ma un concentrato di casi pratici.

Diciamocelo, a volte serve anche andare al sodo evitando giri di parole. Gli esempi spesso chiariscono tutto.

Con questo contenuto approfondiremo i vantaggi economici legati all’erogazione di beni e servizi tramite welfare aziendale, mettendo da parte, per questa volta, i benefici legati al benessere aziendale.

Attraverso l’analisi di alcuni casi curati da noi personalmente, vedremo come la sostituzione di importi in denaro con beni e servizi possa portare ad un risparmio economico del datore di lavoro.

Eccoli qui:

Caso studio numero 1

Sostituzione del premio annuale ai lavoratori in bonus welfare al raggiungimento di un obiettivo aziendale in termini di fatturato, azienda di produzione componentistica industriale.

Il potenziale cliente aveva un piano premiale con cui, tramite obiettivi definiti preventivamente, gratificava con importi economici i lavoratori capaci di ottenere rendimenti brillanti.

Quando si è approcciato al welfare aziendale, avendo appreso che poteva creare un piano di welfare premiale, abbiamo iniziato a predisporre un piano basato su obiettivi comuni e generali, tralasciando quelli individuali.

Abbiamo creato un regolamento welfare con cui riconoscere una somma a tutti i lavoratori, ma solo al raggiungimento di un aumento di fatturato del 7% rispetto all’anno precedente.

La somma a disposizione delle persone da spendere in beni e servizi sarebbe stata proporzionata al maggior fatturato e, precisamente, pari al 15% del maggior fatturato dell’anno precedente.

I lavoratori sono arrivati a percepire 1.250 euro ognuno spendibili tramite la piattaforma individuata dal datore di lavoro.

L’azienda, quindi, risparmiando 2.400 euro in totale, ha permesso ai lavoratori di ottenere un potere di acquisto complessivo di 1.250 euro, in luogo dei 1.000 euro che avrebbero ricevuto con la premialità in denaro.

Passare da concetti di premialità individuale a concetti di erogazione generalizzata a fronte di obiettivi aziendali è la formula vincente che ha permesso a questo nostro cliente di raggiungere gli obiettivi desiderati.

Caso studio numero 2

Rimodulazione del compenso amministratore includendo gli amministratori nel piano welfare insieme ai lavoratori, azienda di servizi alle imprese.

L’azienda era composta da 5 lavoratori subordinati e due amministratori.

Era possibile includere tutti nel piano di welfare che si voleva creare, amministratori compresi in quanto entrambi percettori di un compenso.

L’azienda doveva rispettare un budget complessivo, legato alle performance aziendali, tra costo del lavoro e costo per i compensi e si stava per procedere a rimodulare il compenso degli amministratori in diminuzione.

Quello che abbiamo ottenuto è stato sorprendente.

Dopo aver effettuato un’analisi dei bisogni delle persone, lavoratori ed amministratori, abbiamo compreso che c’erano i margini per erogare beni e servizi senza modificarne le abitudini.

I beni ed i servizi previsti dalla Legge all’interno del welfare aziendale soddisfacevano le necessità dei singoli, in modo diverso ma lo facevano.

Abbiamo valutato l’impatto sul budget, prevedendo sì la riduzione del compenso già pianificata, ma con il riconoscimento di un importo welfare a favore dei due amministratori, risultato?

Nonostante la riduzione del compenso lordo, con il riconoscimento di una somma spendibile in beni e servizi, che non porta dietro costi aggiuntivi, l’azienda otteneva un risparmio.

C’erano quindi i margini anche per aumentare le somme previste come welfare per i lavoratori dipendenti.

L’azienda risparmiava circa 15.000 euro l’anno grazie alla riduzione dei compensi, tale risparmio si è poi assottigliato a 5.000 euro per via del riconoscimento economico concesso dal piano di welfare.

L’azienda ha quindi realizzato il tutto senza costi aggiuntivi. Tutti all’interno dell’azienda hanno ottenuto un beneficio, mantenendo le loro abitudini di spesa.

L’azienda ha risparmiato nonostante il costo della consulenza necessaria a realizzare un piano welfare di questo tipo.

Caso studio numero 3

Previsione di un piano di welfare per garantire una copertura sanitaria al personale dipendente, studio dentistico.

Questo è stato uno dei primi piani di welfare aziendale che non aveva la finalità di riconoscere somme ai lavoratori spendibili.

In questo specifico caso, studio medico dalla visione imprenditoriale spiccata, il datore di lavoro voleva garantire alle proprie lavoratrici, 2 assistenti alla poltrona ed una segretaria, una copertura sanitaria integrativa.

Abbiamo quindi realizzato un piano di welfare aziendale all’interno del quale abbiamo previsto la copertura sanitaria accedendo ad un fondo sanitario integrativo rispetto a quello che già prevedeva il CCNL applicato nello studio.

All’interno del piano abbiamo poi previsto alcune modalità lavorative “non ordinarie” per andare incontro a delle esigenze delle lavoratrici, ma la colonna portante del piano è stata la copertura sanitaria.

L’esigenza è nata proprio dalla manifestazione di interesse delle lavoratrici che desideravano avere una tranquillità personale e dei propri familiari, tranquillità che il datore di lavoro ha voluto concedere con soddisfazione di tutti.

Caso studio numero 4

Realizzazione di un piano welfare per garantire assistenza psicologica ai lavoratori unitamente ad un budget a disposizione, azienda del settore IT.

Questo cliente ha vissuto il periodo pandemico lavorando senza soluzione di continuità, le persone hanno avuto un periodo di difficoltà rilevanti e per questo si è deciso di fare qualcosa per loro.

Il settore IT è caratterizzato da un grande turnover che obbliga le aziende a fare un passo in più per far sentire le persone parte di un progetto condiviso.

Fu dopo il periodo pandemico che si decise di realizzare un piano welfare concedendo servizi di supporto alle persone dell’azienda.

Nel regolamento si è previsto un servizio di supporto psicologico, oltre al riconoscimento di un bonus welfare.

Aver previsto uno psicologo in azienda ha contribuito a:

  • Migliorare il clima interno;
  • Migliorare il clima di fiducia delle persone;
  • Aumentare il dialogo tra i lavoratori;
  • Attrarre nuovi potenziali talenti;
  • Migliorare le soft skill.

Questi sono casi pratici di come un regolamento di welfare aziendale e premiale ha portato benessere in azienda.

Il benessere ha diversi modi di manifestarsi e la lungimiranza di creare un piano di welfare aziendale ne contribuisce la nascita e lo sviluppo.

Ogni progetto di welfare è calzato sulle esigenze delle persone che l’azienda la vivono, il segreto per un lavoro di qualità è ascoltare le esigenze delle persone e NOI lo facciamo sempre.

Il vantaggio economico che ne deriva è spesso rilevante ma non preventivabile a priori.

Chiudo con una provocazione, molto spesso chi realizza pani di welfare aziendali riesce a farlo a costo zero, attraverso l’ottimizzazione dei costi insita negli strumenti previsti dalla Legge in sostituzione del denaro.

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