Cosa significa partire dai bisogni
Una volta definiti gli obiettivi e le priorità aziendali, legate al piano welfare, si passa all’azione.
Avete presente quando sentite dire, in ambito welfare, che è necessario partire dai bisogni delle persone? Ma cosa significa praticamente? Cosa vuol dire partire dai bisogni e come?
È opportuno ricordare che, quando creiamo un piano di welfare, non eroghiamo denaro ma beni e servizi o, meglio, mettiamo a disposizione un budget spendibile in beni e servizi. Compreso questo, è necessario conoscere le esigenze delle persone in azienda. Solo così possiamo essere certi che mettendo a disposizione beni e servizi saranno soddisfatte.
Ogni regolamento welfare di qualità deve avere come basi le esigenze dei lavoratori. Si deve trovare il modo migliore per domandare loro quali potrebbero essere quei beni e quei servizi che sarebbero disposti ad avere tramite questo strumento.
Dobbiamo fare in modo che la sostituzione di denaro con strumenti diversi, non impatti nella vita delle persone.
Esempio pratico di match bisogni/benefits:
L’azienda Alfa srl decide di erogare 1.000 euro lordi a Mario Rossi e lo farà con il welfare. Creerà un piano di welfare riconoscendo a Mario un bonus di euro 1.000 spendibile in beni e servizi al posto di dargli l’equivalente importo netto di circa 700 euro. Da un certo momento in poi Mario avrà la possibilità di spendersi quella somma attraverso un portale web dove troverà tanti beni e servizi.
Mario, prima del piano welfare spendeva una media di 700 euro l’anno tra Sky e Netflix. Grazie al welfare ora potrà non solo garantirsi la pay tv senza cambiare abitudini ma ne guadagnerà 300 euro in potere d’acquisto. Mario deciderà di spendersi quell’ulteriore budget per l’abbonamento in palestra.
Con 1.000 euro in denaro l’azienda avrebbe speso 1.400 euro di costo e Mario 700 di netto. Con 1.000 euro in bonus welfare l’azienda ha speso 1.050 euro e Mario ha avuto 1.000 euro a disposizione.
Hanno vinto entrambi.
L’importanza dell’ascolto
Non è scontato però che le persone restino soddisfatte dal paniere di beni e servizi previsti dalla normativa, ma è proprio qui che diventa necessario ed importante ascoltare.
Nel nostro processo di realizzazione di un piano welfare facciamo compilare un questionario anonimo alle persone per capire le esigenze di tutti e per cercare di clusterizzare i bisogni al fine di creare un piano su misura per i collaboratori.
Cerchiamo di ascoltare anche le loro proposte, necessità in materia di ambiente di lavoro, chiediamo cosa migliorerebbero nel rapporto tra colleghi, nella comunicazione in azienda, insomma entriamo nel merito, approfondiamo, li facciamo sentire coinvolti in un processo di rinnovamento.
Il futuro del benessere in azienda sono certo che passerà per concetti di inclusività, di coinvolgimento e di gratificazione.
Iniziare a creare un piano di welfare aziendale getta le basi per tutto questo. L’importante è dare sempre seguito a ciò che ci si è prefissati di creare, lasciare in sospeso ciò che i lavoratori ci manifestano è un grave errore, anche peggiore di quello di non avviare mai un processo di miglioramento. Dopo il questionario anonimo avremo le informazioni a sufficienza per costruire un piano di welfare aziendale su misura e che soddisfi a pieno tutti mettendo al centro le persone, facendole sentire coinvolte.
Immagiate di dover scegliere, all’interno di un elenco di cose, quelle che facciano al caso vostro. Se la Legge ci permette di spendere il budget welfare attraverso un abbonamento in palestra ma noi non andiamo in palestra, non saremo felici di avere a disposizione un budget e non lo spenderemo. Se invece mettiamo nelle condizioni chi deve scegliere, di selezionare cose gradite, allora sarà felice di spendere quanto gli verrà concesso.
Partire dai bisogni significa questo, nulla di più.
Durante la fase di creazione di un regolamento welfare non è l’unico momento di coinvolgimento delle persone in azienda, le coinvolgiamo anche dopo aver creato la struttura principale del piano. Le aziende più virtuose organizzano incontri per illustrare il progetto, ascoltano eventuali suggerimenti e spiegano il welfare alle persone che ne godranno di lì a poco. Si può fare e lo consiglio, è come organizzare un evento di team building con la consapevolezza che non è fine a se stesso ma impatterà sul loro futuro.
Il futuro del benessere in azienda, secondo me
Parlo sempre di benessere e di felicità sui luoghi di lavoro e sono convinto che non c’è una formula magica per ottenerli. Allo stesso modo però sono convinto che gli strumenti per provarci ci sono e sta a noi decidere se utilizzarli o meno. Una persona intelligente saprà apprezzare il lavoro di creazione di un piano di benessere aziendale, anche se necessiterà di correttivi, così come saprà valutare la scelta consapevole di non provarci mai.
È doveroso ricordare che il welfare non sono solo i beni ed i servizi offerti ma è un concetto più ampio di creazione di benessere aziendale che potrebbe consistere anche nel disciplinare modalità di lavoro innovative. Pensate al lavoro agile, pre pandemia praticamente sconosciuto. Post pandemia è uno degli elementi contrattuali più richiesti, orientando la scelta dei lavoratori verso aziende che lo consentono (su come poi viene disciplinato ed applicato potremmo aprire un capitolo a parte ma lascerei la parola ad un esperto come Bruno Arbanassi).
Il mondo del lavoro sta cambiando e lo sta facendo in fretta, i lavoratori sceglieranno sempre di più chi potrà garantire quel qualcosa in più e la partita non si giocherà solo sul quantum economico, la partita si giocherà sul resto. Le persone daranno priorità a come lavoreranno, con quale stato d’animo finiranno di lavorare, a come verranno trattate nell’ambiente di lavoro.
Si parla tanto di salario minimo, troppo.
Quando si arriverà alla soluzione ci si renderà conto di aver perso troppo tempo che poteva essere dedicato al benessere minimo che deve esserci in azienda.
Cercherò di accompagnarvi nel comprendere tutti i passi da seguire per realizzare un piano welfare di successo, dopo l’analisi degli obiettivi aziendali e l’ascolto delle esigenze dei lavoratori, vedremo a chi destinare i benefici del welfare.