Definire i destinatari del piano welfare è la cosa più importante e delicata da fare, ha come obiettivo quello di individuare le persone che andranno a godere di ciò che verrà previsto all’interno del regolamento.
A mio parere il regolamento dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori di una realtà ma comprendo che non sempre ciò è possibile.
Far rientrare tutti lavoratori all’interno dei destinatari significa riconoscere a tutti quanti i benefici previsti dal regolamento. Chiaramente molto dipende dagli obiettivi aziendali così come dipende dal budget a disposizione. C’è da dire che, se si vuole raggiungere un coinvolgimento totale delle persone, io consiglierò sempre di coinvolgerle tutte. Questo ci permetterà comunque di parametrare il beneficio in base a caratteristiche individuali oppure di categoria omogenea.
Provo a farla semplice.
Se il regolamento prevede che i destinatari siano tutti lavoratori in forza ad una determinata data, significa che tutti quanti avranno a disposizione i benefici previsti dal regolamento. Ma se la volontà aziendale è quella di riconoscere importi differenti per categorie differenti, ad esempio per livelli, si potrà prevedere un beneficio economico differente.
L’analisi dei beneficiari sarà quindi legata sia ad un concetto di obiettivi aziendali, sia ad un concetto di budget aziendale in quanto all’aumentare della platea dei beneficiari aumenterà l’investimento in welfare aziendale.
La legge ci permette di riconoscere beni e servizi non solo alla totalità dei lavoratori ma anche a categorie omogenee, avremo la possibilità di definire quali saranno le categorie di destinatari, a discrezione del datore. Individuare le categorie sarà sempre un’attività altamente personalizzata in quanto non esistono elenchi esaustivi delle caratteristiche comuni ai lavoratori utili a identificarli in una determinata categoria.
Ed è qui che il mio lavoro diventa delicato e cucito su misura del cliente.
In questa fase andremo ad individuare gruppi omogenei di lavoratori accomunati da caratteristiche che ne determinano una categoria. L’individuazione di categorie omogenee potrà servirci sia per rendere esse le uniche figure destinatarie del welfare, sia per differenziare le somme messe a disposizione.
Facciamo un esempio
Considerando che la qualifica di un lavoratore rappresenta elemento identificativo di categoria, ipotizzando l’azienda Alfa Srl con cinque operai e cinque impiegati, si potrà costruire un regolamento prevedendo come destinatari sia la categoria degli impiegati sia quella degli operai differenziando però l’importo tra categorie.
Allo stesso modo l’azienda Beta Srl avrà la possibilità, con il medesimo organico, di prevedere all’interno del regolamento, che i destinatari siano esclusivamente gli impiegati.
Due esempi di come, a parità di organico aziendale, si può limitare il beneficio solo ad alcuni.
Senza entrare nel merito del budget o della tipologia di beni e servizi, devo essere bravo ad individuare categorie che rispettino le previsioni normative. Il rischio è di perdere i benefici fiscali e contributivi. Il concetto fondamentale è che nessun regolamento, a prova di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, potrà prevedere categorie che riconducano il beneficio ad un concetto di ad personam.
Sono diversi gli elementi a cui prestare attenzione nella costruzione di un regolamento ma questo è quello più delicato e vi spiego perché.
Spesso è volontà dell’imprenditore di gratificare solo qualcuno all’interno dell’azienda, orientandosi verso un concetto di premialità piuttosto che un concetto di benessere.
Questo orientamento va certamente evitato per non inficiare la validità di un piano che comporterebbe la perdita dei benefici fiscali e contributivi delle somme messe a disposizione dei lavoratori.
A mio parere in questa fase esiste la possibilità di fare quel salto di qualità nella gestione delle persone in azienda, allontanandosi da un concetto di gratificazione individuale per abbracciare concetti più virtuosi di inclusività, coinvolgimento e gratificazione generale finalizzata al raggiungimento di obiettivi aziendali.
Rientrando nel campo del welfare premiale, la bussola che dovrebbe guidare l’impresa, dovrebbe essere rappresentata dagli obiettivi aziendali, risultati utili a far scattare i benefici a favore dei lavoratori.
All’apparenza potrebbe essere semplice individuare le categorie di lavoratori destinatari del welfare ma proverò a dimostrarvi il contrario con alcune domande.
Riprendendo l’esempio di prima dove avevamo previsto come categoria di beneficiari gli impiegati, vi chiedo:
- e se un lavoratore impiegato venisse assunto in corso d’anno rientra tra i destinatari
- e se uno di essi terminasse durante l’anno di maturazione dei benefici, rientrerebbe comunque tra i destinatari?
- una variazione d’orario comprometterebbe o comunque modificherebbe le somme spettanti?
Questi sono alcuni dei quesiti che ci poniamo in fase di realizzazione, utili a capire quali devono essere esattamente le caratteristiche dei lavoratori per poter beneficiare del welfare.
Voglio chiudere questo articolo mostrandovi, con un esempio, cosa significa e quali conseguenze derivano dall’individuazione di una sola categoria di destinatari per un beneficio.
Avete presente l’innalzamento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro avvenuta nel 2023?
Il governo in quell’occasione ha individuato come destinatari soltanto i lavoratori con figli a carico e questo ha generato non poche polemiche.
Tale decisione rappresenta esattamente ciò che è possibile fare quando si vanno ad individuare le categorie all’interno di una realtà aziendale, se ne individuano alcune e se ne escludono altre.
Con questo contenuto ho affrontato il delicato tema della definizione dei destinatari, in questa fase il piano sta prendendo forma ed inizia a definirsi.