Come valorizzare al meglio i collaboratori, i dipendenti e gli amministratori, riducendo, nel contempo, i costi aziendali?
Troppo spesso ci concentriamo esclusivamente sulla retribuzione fissa, tralasciando un ventaglio di opportunità che possono fare la differenza nel rendere un’offerta di lavoro davvero competitiva e vantaggiosa.
Mi riferisco, nello specifico, a somme, beni e servizi aggiuntivi rispetto a quanto stabilito dai contratti nazionali o dagli accordi individuali, pensati specificamente per chi percepisce un compenso per la propria attività.
In questo articolo vedremo, quindi, come migliorare il benessere lavorativo attraverso l’erogazione di fringe e flexible benefit, proponendo esempi pratici e possibili scenari.
Sommario
- Cosa sono i fringe benefit e i flexible benefit?
- I buoni pasto
- Buoni acquisto o buoni spesa
- Auto aziendale a uso promiscuo
- Prestiti aziendali con soglia di esenzione
- Alloggio a spese dell’azienda
- Flexible Benefit: differenze e vantaggi
- Dare, facendolo con intelligenza
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Cosa sono i fringe benefit e i flexible benefit?
Prima di entrare nel dettaglio dei singoli benefit, è fondamentale chiarire qual è la principale differenza tra fringe e flexible benefit.
I fringe benefit rappresentano erogazioni che l’azienda può concedere anche in modo “liberale”, senza l’obbligo di un piano di welfare aziendale strutturato. Sono più semplici da amministrare e possono essere destinati anche a singoli individui o gruppi specifici di lavoratori.
I flexible benefit, invece, richiedono la predisposizione di un vero e proprio piano di welfare aziendale. Questo implica una maggiore organizzazione, ma offre anche una più ampia libertà di scelta per i dipendenti, così come vedremo più nel dettaglio in seguito.
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I buoni pasto
I buoni pasto sono tra i fringe benefit più diffusi e apprezzati, anche tra gli amministratori. Pensati per coprire le spese del pranzo durante l’orario di lavoro, sono spendibili presso gli esercizi convenzionati.
Aspetti chiave dei buoni pasto:
- limite di esenzione: esiste un limite giornaliero di esenzione fiscale e contributiva: 4 € per i buoni cartacei e 8 € per quelli elettronici;
- imponibilità dell’eccedenza: se il valore del buono pasto giornaliero supera questi limiti, la parte eccedente è soggetta a INPS e IRPEF, con conseguente impatto sul netto in busta paga del lavoratore e sui costi aziendali;
- regola dell’omogeneità: per godere dell’esenzione, i buoni pasto devono essere concessi a tutti i dipendenti o a categorie omogenee (ad esempio, per livello contrattuale, orario di lavoro, sede).
Ipotizziamo, ad esempio, il caso di un dipendente con 20 giorni lavorativi al mese: l’azienda potrà erogargli fino a 160 € di buoni pasto elettronici (20 giorni x 8 €), senza che questo vada ad aumentare il suo reddito.
Buoni acquisto o buoni spesa
Simili ai buoni pasto, i buoni acquisto o buoni spesa sono un’altra tipologia di fringe benefit, ma con una maggiore flessibilità d’uso, in quanto utilizzabili per l’acquisto di beni di vario genere.
Aspetti chiave dei buoni acquisto:
- limite di esenzione: a differenza dei buoni pasto, i buoni acquisto hanno un limite di esenzione annuale, fissato a 258,23 euro;
- imponibilità in caso di superamento: se il valore dei buoni acquisto erogati in un anno supera questa soglia, l’intero importo diventa imponibile ai fini fiscali e contributivi.
Volendo fare un esempio, se un’azienda eroga 250 € di buoni spesa a un dipendente, tale importo sarà esente da imposte e contributi. Se, invece, arriva a 300 €, l’intero importo sarà soggetto a tassazione.
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Auto aziendale a uso promiscuo
La concessione dell’auto aziendale a uso promiscuo, ovvero sia per attività lavorative che per scopi privati, è un fringe benefit che richiede particolare attenzione nella valutazione del rapporto tra costi e benefici.
Aspetti chiave dell’auto aziendale:
- valutazione del benefit: il valore del benefit non corrisponde al costo dell’auto per l’azienda, ma è determinato annualmente dalle tabelle ACI, in base al tipo di veicolo;
- limite di esenzione: anche in questo caso, si applica il limite annuo di 258,23 € previsto per i fringe benefit;
- imponibilità in caso di superamento: se il valore dato dalle tabelle ACI supera il limite, l’intero importo è soggetto a INPS e IRPEF;
- cumulo con altri fringe benefit: superare il limite con l’auto aziendale preclude la possibilità di usufruire dell’esenzione anche per altri fringe benefit, a eccezione dei buoni pasto;
- rilevanza di eventuali trattenute: se il dipendente sostiene parte delle spese per l’auto, tale contributo va a ridurre il valore del benefit.
Mettiamo, ad esempio, che un’azienda concede a un dipendente un’auto a uso promiscuo con un valore, stando alle tabelle ACI, di 3.000 € annui. Poiché tale valore supera il limite di esenzione di 258,23 €, l’intero importo di 3.000 € sarà considerato reddito imponibile per il dipendente. Di conseguenza, su questa somma verranno calcolati l’INPS e l’IRPEF a carico del dipendente, nonché i contributi INPS a carico dell’azienda.
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Prestiti aziendali con soglia di esenzione
La concessione di prestiti ai dipendenti rappresenta una forma di fringe benefit che può fornire un concreto e significativo sostegno economico.
La particolarità di questo benefit risiede nella modalità di calcolo del suo valore, che si concentra sul “vantaggio” in termini di interessi offerto al dipendente. In pratica, viene considerato come benefit il risparmio di interessi che il dipendente ottiene rispetto alle condizioni di mercato.
Aspetti chiave dei prestiti aziendali:
- calcolo del beneficio: il valore del fringe benefit è dato dal 50% della differenza tra:
- l’importo degli interessi calcolato applicando il Tasso Ufficiale di Riferimento (TUR) in vigore al momento della scadenza di ciascuna rata o, nel caso di prestiti a tasso fisso, al momento della concessione
- l’importo degli interessi effettivamente calcolato al tasso applicato dall’azienda sul prestito
- limite di esenzione: anche per i prestiti, si applica il limite annuo di 258,23 € previsto per i fringe benefit. Se il valore del beneficio supera tale limite, l’eccedenza contribuirà alla formazione del reddito imponibile del lavoratore.
Ipotizziamo che un’azienda conceda a un dipendente un prestito di 10.000 € al tasso del 2% annuo e che, al momento della concessione, il Tasso Ufficiale di Riferimento sia del 4% annuo. La differenza di interessi è del 2% (4% – 2%) e il valore del fringe benefit sarà, quindi, pari al 50% di questo 2%, applicato all’importo del prestito. Se la rata annuale prevede interessi per 200 € (2% di 10.000), e gli interessi calcolati con il TUR sarebbero stati 400 € (4% di 10.000), la differenza è di 200 €. Il fringe benefit sarà il 50% di 200 €, ovvero 100 €.
Come ovvio, questo tipo di benefit richiede una precisa determinazione del valore e un’attenta gestione amministrativa, ma può rappresentare un valido strumento di welfare aziendale.
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Alloggio a spese dell’azienda
La concessione di un alloggio da parte dell’azienda rappresenta un fringe benefit di sicuro valore, specie in determinate situazioni.
Questo benefit è particolarmente rilevante per i lavoratori che devono trasferirsi per motivi di lavoro, come nel caso di distacco presso una sede distante dalla propria residenza abituale, o per gli amministratori che risiedono lontano dalla sede legale dell’azienda.
Aspetti chiave dell’alloggio a spese dell’azienda:
- modalità di valorizzazione: a differenza di altri fringe benefit, il valore dell’alloggio non è stabilito da tabelle predefinite, ma viene determinato facendo riferimento alla rendita catastale dell’immobile. A tale valore si sommano le spese sostenute dall’azienda per le utenze, come luce, gas e acqua;
- imponibilità: come per gli altri fringe benefit, anche nel caso dell’alloggio a spese dell’azienda esiste un limite di esenzione annuo di 258,23 € (fatte salve eventuali deroghe temporanee). Il superamento di tale limite comporta l’assoggettamento dell’intero valore del benefit a contributi previdenziali e imposte sul reddito;
Volendo fare un esempio, ipotizziamo il caso di un’azienda di Torino che decide di mettere a disposizione di un dipendente un appartamento a Milano, dove il lavoratore dovrà seguire temporaneamente un progetto. La rendita catastale dell’appartamento è di 1.500 € annui, mentre le spese per le utenze ammontano a 800 €. Il valore complessivo del fringe benefit è, quindi, di 2.300 €. Dato che tale valore supera il limite di 258,23 €, l’importo sarà interamente imponibile per il dipendente.
È fondamentale valutare attentamente tutti gli aspetti economici e fiscali legati alla concessione di un alloggio aziendale, così da ottimizzare i costi e massimizzare i benefici sia per l’azienda che per il lavoratore.
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Flexible benefit: differenze e vantaggi
Come accennato all’inizio di questa analisi, i flexible benefit rappresentano un insieme di beni e servizi che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti in aggiunta alla retribuzione.
La caratteristica fondamentale di questi benefit è la flessibilità: i lavoratori possono scegliere come utilizzare un budget messo a disposizione dall’azienda, componendo un pacchetto di benefit personalizzato in base alle proprie esigenze.
Tra gli esempi di flexible benefit è opportuno citare:
- abbonamenti a mezzi di trasporto pubblico
- corsi di lingua e formazione
- polizze sanitarie
- contributi per la previdenza complementare
- contributi per centri estivi e borse di studio
- rimborso spese scolastiche
- abbonamenti a cinema e teatri
- viaggi e vacanze
- flessibilità nell’orario di lavoro
Una gamma ampia, ma la cui erogazione deve seguire precise regole:
- i flexible benefit devono essere messi a disposizione di tutti i dipendenti dell’azienda o di categorie omogenee;
- pur non potendo essere utilizzati per premiare le performance individuali, i flexible benefit possono essere comunque legati al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali;
- per sfruttare i flexible benefit è necessario redigere un regolamento aziendale, il quale disciplini tutti gli aspetti del piano di welfare.
I flexible benefit offrono vantaggi sia per i dipendenti che per l’azienda:
- per i dipendenti: maggiore potere d’acquisto, grazie all’esenzione da contributi e imposte, e maggiore benessere aziendale, grazie alla possibilità di scegliere benefit in linea con le proprie esigenze;
- per l’azienda: riduzione dei costi, grazie alla deducibilità delle somme erogate, e aumento della motivazione e della produttività dei dipendenti.
Esistono diverse piattaforme per la gestione dei flexible benefit, e NOI possiamo aiutarti a scegliere quella più adatta alla tua azienda.
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Dare, facendolo con intelligenza
In conclusione, i benefit sono lo strumento ideale per gratificare i lavoratori, ottimizzare i costi e creare un ambiente di lavoro positivo.
Ricorda che la chiave del successo non è solo la quantità dei benefit offerti, ma soprattutto la modalità con cui vengono riconosciuti e comunicati. Un piano di welfare ben strutturato e partecipato ha un impatto molto più significativo di una semplice erogazione.
Se desideri approfondire le opportunità del welfare aziendale per la tua impresa, prenota una consulenza gratuita con me o un altro dei miei collaboratori. Insieme costruiremo un piano su misura che valorizzi al meglio il tuo capitale umano, permettendoti anche di risparmiare.
CEO di NOI Srl e consulente del lavoro. Porto il welfare nelle aziende e creo contenuti digitali per chi desidera ottenere risultati attraverso il benessere lavorativo.