Posso concedere importi diversi a titolo di welfare ai miei lavoratori?

Voglio creare un piano di welfare aziendale per “premiare” i miei lavoratori, ma possiamo concedere importi diversi alle persone?

La risposta è sì ma con alcune accortezze, il rischio di contenzioso è molto alto.

Partiamo col dire che alla base deve esserci la voglia da parte del datore di lavoro di gratificare economicamente le persone, di premiarle al raggiungimento degli obiettivi aziendali e non per performance individuali.

Possiamo concedere denaro, i classici premi di produttività coinvolgendo i sindacati in un accordo aziendale, oppure costruire un regolamento aziendale che dia la possibilità di godere di beni e servizi abbattendo il costo del lavoro, senza i sindacati.

Riconoscere beni e servizi ai lavoratori è l’obiettivo principale di un regolamento welfare che ha tra le sue caratteristiche quella di sostituire qualunque tipo di erogazione in denaro, abbattendo il costo del lavoro.

Cercherò di farvi capire come costruire un regolamento utile a soddisfare le esigenze aziendali volte a concedere bonus welfare differenziati ai vari lavoratori.

La premessa fondamentale è che non riusciremo mai a riconoscere importi diversi per ogni lavoratore col solo fine di premiare di più o di meno l’uno rispetto all’altro.

Quello che sicuramente riusciremo a fare, con un regolamento welfare, è quello di concedere somme differenti per categorie di lavoratori omogenee e, volendo, proporzionare gli importi in base a caratteristiche contrattuali ben definite.

Mi spiego meglio.

Cristallizzato il concetto di categorie di lavoratori intese come lavoratori che condividono caratteristiche contrattuali (medesimo livello, medesimo orario, medesima sede di lavoro, ecc.), avremo la possibilità di strutturare il regolamento riconoscendo somme spendibili in beni e servizi proporzionate ad elementi oggettivi caratterizzanti il singolo lavoratore.


Per esempio:
una volta individuata la categoria degli impiegati e definiti gli obiettivi aziendali, si potrebbe pensare di parametrare tale importo come una percentuale della retribuzione annua lorda.

È chiaro che le somme a disposizione dei lavoratori che risulteranno destinatari di questo regolamento, in questo modo, saranno differenti e proporzionali alla retribuzione annua di ognuno di essi.

Questo è uno degli elementi che possono essere sfruttati per proporzionare, a condizioni soggettive differenti, l’importo di welfare spendibile da ogni lavoratore interessato.

Il concetto di differenziazione delle somme spettanti a titolo di welfare deve essere visto come necessità di proporzionare il riconoscimento a delle condizioni soggettive e non come necessità di premiare alcuni e non premiarne altri.


In base all’esempio fatto, il premio welfare sarà differente tra un lavoratore part-time ed un lavoratore full time in quanto la loro retribuzione sarà il risultato della loro percentuale di part-time.

I benefici in termini di spendibilità delle somme per beni e servizi sarà quindi differente così come è differente il livello retributivo dei lavoratori part-time e full time.

La risposta alla domanda che ha dato vita a questo articolo e quindi positiva, è possibile concedere importi diversi a titolo di welfare ai lavoratori destinatari ma con particolare attenzione ad individuare quegli elementi oggettivi su cui parametrare il bonus welfare.

Sarà importante definire bene l’individuazione delle categorie omogenee e gli elementi differenzianti che genereranno importi differenti per i lavoratori, sbagliare questo passaggio invaliderà tutto il lavoro, otterremmo:

  • La non deducibilità del costo sostenuto per il welfare, per l’azienda;
  • L’imponibilità ai fini INPS ed IRPEF delle somme erogate (costo del lavoro pieno);
  • Riconducibilità dei benefit nel reddito dei lavoratori ed impatto su situazioni personali.

La massima attenzione dovrà essere focalizzata sulla costruzione di un piano che non si tramuti in un piano premiale.

NOI facciamo questo, aiutiamo le aziende ad ottenere due risultati:

  • Massimizzare il risparmio economico sulle somme e sui benefit concessi;
  • Ottenere un livello di benessere lavorativo massimo;

e molto spesso capita di realizzare una consulenza il cui risultato finale è un risparmio economico con aumento di benefici in termini di potere d’acquisto, dei lavoratori, degli amministratori e dell’azienda.

Per chi è iscritto alla newsletter ho condiviso anche un caso studio molto interessante dove mostro cosa abbiamo ottenuto in una azienda con due amministratori e tre lavoratori dipendenti.

Ogni giovedì invio una mail a chi mi segue, spesso condivido gli articoli ma sempre aggiungo qualcosa di più, un pensiero, uno spunto oppure un qualcosa che possa tornare utile a chi il welfare lo vuole realizzare veramente.

PS: Se ti vuoi iscrivere puoi farlo andando sul nostro sito, è facile e veloce: www.noi.studio

alla prossima

Massimiliano

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