Se crei un piano in azienda ma lo comunichi male, commetti due gravi errori.

Sprechi soldi e generi insoddisfazione nelle persone. Saperlo comunicare è una delle fasi più delicate e complesse della creazione di un piano di welfare premiale.

Necessaria sintesi delle puntate precedenti per arrivare a comunicare il welfare alle persone.

Per costruire un piano di welfare premiale devi sempre partire dagli obiettivi aziendali e dalle priorità della tua realtà. Siamo nel campo delle erogazioni liberali e non di obblighi di legge, quindi, è il datore di lavoro che ha il timone in mano e decide la rotta.

Ne parliamo insieme, vediamo quello che si può fare, cosa evitare e tracciamo la via. Qui trovi l’articolo.

Cominciamo dall’ascolto delle persone, vero patrimonio di ogni azienda. Facciamo rispondere a domande sui bisogni personali e familiari per capire come soddisfarli garantendo beni e servizi invece che premi in denaro. Ascolteremo anche il loro pensiero sul clima aziendale in generale, ci darà ottimi spunti di intervento per migliorarlo. Qui trovi l’articolo.

Definiamo i destinatari del nostro piano di welfare premiale. Lo faremo insieme, valuteremo ogni aspetto delicato o strategico per gratificare ognuno come merita, con una visione globale di obiettivi aziendali che dovranno rappresentare la bussola comune per tutti i lavoratori. Qui trovi l’articolo.

Valuteremo l’impatto economico del piano di welfare, con le informazioni a portata di mano saremo in grado, insieme, di aver chiari costi e benefici.
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Il bonus spendibile a titolo di welfare sarà erogato solo se l’azienda raggiungerà i suoi obiettivi e servirà l’aiuto di tutti, valuteremo KPI e condizioni per la spettanza.
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Sarà un gioco da ragazzi, per noi, darvi il risultato finale del vantaggio economico di cui godrete. Qui l’articolo.

Tutti i nostri discorsi avranno alla base la bozza di regolamento elaborata su misura, poi si passerà alla versione definitiva di quel documento che regolerà il welfare in azienda.
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Arriviamo alla fase più bella e delicata, il dialogo con i lavoratori.

A volte lo facciamo noi direttamente, altre il responsabile HR, ma può capitare che l’imprenditore stesso abbia il piacere di gestire la comunicazione ai lavoratori in autonomia. La cosa importante è che venga fatta bene, che vengano sciolti i dubbi delle persone per garantire una visione chiara dello strumento e dei vantaggi che può portarsi a casa. Una comunicazione efficace, in questa fase, è il condimento principale per raggiungere l’obiettivo comune di benessere generalizzato.

Saper comunicare bene il welfare significa far comprendere alle persone, che ricevere beni e servizi non è penalizzante rispetto a ricevere soldi. Skills fondamentale di questa fase è la propensione all’ascolto, ascoltare i dubbi, necessità di chiarimento ed ogni richiesta proveniente dalle persone rappresenterà la discriminante tra un lavoro ben fatto ed un lavoro approssimativo.

Noi ci mettiamo a disposizione dei nostri clienti per ascoltare le esigenze delle persone e per garantirgli la risoluzione dei principali dubbi in materia di welfare. L’obiettivo deve essere quello di far comprendere al massimo lo strumento e lo faremo entrando in contatto diretto con loro, aiutando l’impresa.

Non è obbligatorio passare per una modalità comunicativa particolare, si potrebbe anche parlare con singoli lavoratori o gruppi di essi, per presentargli il piano finale che verrà applicato in azienda, nessuno ci obbliga, l’importante sarà il come e non la modalità.

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